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Jean Houel, Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malte et de Lipari, Où l’on traite des Antiquités qui s’y trouvent encore; des principaux Phénomènes que la Nature y offre; du Costume des Habitans, & de quelques Usages, Paris 1785, volume III
Tavola CCIV Sezione e pianta d’una Grotta Sepolcrale dell’antica città di Icana [Rosolini] Figg. 1. e 2.; Sezione e pianta del Castello d’Ispica nell’omonima Cava Figg. 3. e 4., disegno e incisione all’acquatinta di J. Houel, cm 34,8 x 24,4
Dopo Vendicari ed Eloro, Jean Houel visita la tonnara di Marzamemi, «la più importante di tutta la Sicilia», quindi Pachino e Pozzallo. Da quest’ultima città si reca a Spaccaforno, l’odierna Ispica, nella quale sosta per conoscerne i dintorni. Si porta dunque nel feudo di Stafenda che, situato vicino al borgo di Rosolini (fondato nel 1713), era proprietà del barone Felice Astuto di Noto. Il tavolato calcareo di Stafenda, oggi noto con il toponimo di Stafenna, è un luogo, scrive il viaggiatore, «ragguardevole per la sua singolarità: si trova su una roccia piatta, alta da trenta a quaranta piedi sopra la pianura che la circonda» sulla quale sono evidenti tracce di antiche abitazioni credute dapprima appartenenti alla città di Ichana. Stafenna è comunque un sito frequentato sin dal paleolitico e in particolare Houel nota gli ipogei paleocristiani. Di uno di essi offre la pianta e la sezione. L’architettura dell’interessante complesso consta di un lungo corridoio con ai lati tombe ad arcosolio e concluso, sul fondo, da un’ampia camera scavata nella roccia nella quale sono due interessanti sepolcri a baldacchino. Nella seconda parte dell’incisione l’artista pone la sezione e la pianta del cosiddetto “Castello” di Cava d’Ispica.
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