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Jean Houel, Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malte et de Lipari, Où l’on traite des Antiquités qui s’y trouvent encore; des principaux Phénomènes que la Nature y offre; du Costume des Habitans, & de quelques Usages, Paris 1785, volume III

Tavola CLXXXVI
Pianta geometrica dell’Anfiteatro Fig. 1; Sezione trasversale tracciata sulla linea m.n. rivolta a Nord, dove si vede la Latomia e in lontananza i suoi dintorni [Siracusa], incisione all’acquatinta di J. Houel, cm 34,6x24,2

Quando Jean Houel nel 1777 visita Siracusa, l’anfiteatro, da pochi anni individuato, è un campo coltivato a lattuga. Per potere effettuare la misurazione dei due diametri della pianta ellittica dell’antica struttura, l’artista compie a sue spese alcuni scavi. Delle rovine realizza una gouache, ora al Louvre. Affascinato dalla grandezza dell’arena e dispiaciuto di non poterla osservare integralmente perché occultata da macerie e terra, concepisce, da architetto, una veduta dell’insieme in proiezione assonometrica e una sezione della stessa.
La sezione mette in evidenza il pendio della balza rocciosa dove l’anfiteatro romano, attribuibile per la sua edificazione alla prima età imperiale (I sec. d.C.), era stato in parte scavato. La metà sud-occidentale del monumento era stata invece costruita e risultava la più compromessa per le asportazioni subite. Le intuizioni di Houel si riveleranno esatte quando nel 1839 Domenico Lo Faso Pietrasanta, duca di Serradifalco, metterà in luce i resti dell’anfiteatro di Siracusa, il più grande di Sicilia (m 140x119).