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Jean Houel, Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malte et de Lipari, Où l’on traite des Antiquités qui s’y trouvent encore; des principaux Phénomènes que la Nature y offre; du Costume des Habitans, & de quelques Usages, Paris 1787, volume IV

Tavola CCV
Veduta esterna della roccia detta Castello d’Ispica situata nell’omonima Cava presso Spaccaforno, disegno e incisione all’acquatinta di J. Houel, cm 22,8x36

Durante la sosta a Spaccaforno (Ispica) il viaggiatore francese visita la «meraviglia del paese», la famosa Cava d’Ispica, una vasta cavità naturale dell’altopiano ibleo nel cui fondo era un ruscello dalle acque limpidissime. Di particolare interesse si mostra il cosiddetto Castello d’Ispica, un grandioso insediamento trogloditico posto in un’alta rupe sulle cui parete verticale, nota Houel, nulla era stato costruito dall’uomo, ma tutto era stato scavato. Per escavazione erano state ricavate stanze su cinque livelli. Al primo piano si perveniva da una scala esterna mentre ai piani superiori si accedeva attraverso botole aperte nei piani di calpestio. Di questi ambienti Houel effettua i rilievi metrici e offre pianta e sezione nella precedente tavola CCIV. La pietra che costituisce la facciata di questa abitazione rupestre si presenta all’artista sfaldata e in buona parte crollata. L’inaccessibilità di tale dimora, e di altre consimili, denota la paura degli abitanti i quali, per sfuggire alle razzie dei popoli invasori, abbandonarono le coste e ripararano a Cava d’Ispica e nelle altre cave degli Iblei.