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Jean-Claude-Richard de Saint-Non (a cura di), Voyage pittoresque ou description des Royaumes de Naples et de Sicile, Paris 1786, volume IV, seconda parte
Tavola 113 Veduta esterna delle Latomie o Cave antiche di Siracusa, incisione all’acquaforte, disegno di Claude-Louis Châtelet inciso da Jacques-Joseph Coiny e da Emmanuel J.N. de Ghendt, cm 16,5x24
Tavola 114 Prima veduta interna delle Latomie di Siracusa, incisione all’acquaforte, disegno di Claude-Louis Châtalet inciso da Jacques-Joseph Coiny, cm 16,5x24
Molto vicino al teatro, sul lato destro, sono le latomie, storicamente famose perché in esse nel 413 a.C. furono rinchiusi gli Ateniesi dopo aver subito la disfatta militare ad opera dei Siracusani. Nell’immensa cava, detta Latomia del Paradiso e dalla quale furono estratte le pietre per costruire l’antica città, il viaggiatore e i suoi artisti osservano e disegnano le vaste grotte delle quali la più celebre è l’Orecchio di Dionisio. Nella latomia, come denota la tavola 113, è un’esuberante vegetazione che, insieme agli archi di un antico acquedotto e alle rocce crollate per i terremoti, mostra un luogo particolarmente ameno e pittoresco. La tavola 114 raffigura una delle tre grandi grotte che si aprono nella roccia, nota oggi come Grotta dei Cordari per l’attività che vi è stata esercitata fino al XX secolo. Essa viene rappresentata nella sua straordinaria ampiezza ed evidenzia la vastità del soffitto piano sostenuto dalle “stalattiti” di pietra risparmiate durante lo scavo.
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