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Jean-Claude Richard de Saint-Non (a cura di), Voyage pittoresque ou description des Royaumes de Naples et de Sicile, Paris 1786, volume IV, seconda parte

Tavola 111
Resti del Tempio di Minerva a Siracusa, incisione all’acquaforte, disegno di Louis-François Cassas inciso da Nicolas Berthault, cm 16,5x24

Tavola 110
Veduta della fontana d’Aretusa - Siracusa, incisione all’acquaforte, disegno di Claude-Louis Châtelet inciso da Emmanuel-J.N. de Ghendt, cm 16,5x24

Fra le maggiori curiosità che stimolavano i viaggiatori del Grand Tour a visitare Siracusa era la fontana d’Aretusa. Anche Denon e gli artisti che l’accompagnano vogliono vedere e disegnare la sorgente sorta dalla mitica trasformazione della ninfa Aretusa in fonte per sfuggire all’inseguimento di Alfeo che dagli dei sarà mutato in fiume per riunirne le acque. Trovano però che la fonte è occupata da lavandaie e circondata dalle fortificazioni spagnole. Nonostante ciò essi giudicano straordinario che «dal cuore di una roccia, quasi isolata dal mare, nasca una sorgente».
Penetrando all’interno di Ortigia, il Tempio di Minerva apparve loro come il meglio conservato perché trasformato in cattedrale. L’antico Athenaion era stato adattato al culto cristiano nel secolo VII d.C., mentre l’attuale facciata barocca venne realizzata dopo il terremoto del 1693 dall’architetto Andrea Palma. Nell’incisione della tavola 111 sono evidenziate le colonne in stile dorico della parete laterale prospiciente l’attuale via Minerva. Nel suo diario Denon ricorda che sul frontone del tempio greco era situato uno scudo che, splendente, si scorgeva dall’ingresso del Porto Grande.