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Jean-Claude Richard de Saint-Non (a cura di), Voyage pittoresque ou description des Royaumes de Naples et de Sicile, Paris 1786, volume IV, seconda parte Tavola 112 Veduta del sito pittoresco e dei resti dell’antico Teatro di Siracusa, incisione all’acquaforte, disegno di Louis-Jean Desprez inciso da Jacques-Joseph Coiny e da Emmanuel-J.N. de Ghendt, cm 27x34,8
Da Ortigia, attraverso Acradina, Denon raggiunge l’antico quartiere della Neapolis dove sono le rovine del teatro greco. In esso egli osserva che i gradini scavati nella roccia si sarebbero conservati se non fossero stati asportati, come da una cava, per essere riutilizzati altrove. Quelli che rimangono mostrano però come l’antica struttura sia stata realizzata con grande cura. Nota infatti che ogni gradino «formava all’estremità della pietra una specie di bordo per appoggiarvi i piedi e non infastidire lo spettatore seduto più in basso». Il viaggiatore informa che nel grande teatro, «uno dei più sontuosi e magnifici» prodotti dall’arte greca, era stato impiantato un mulino con l’acqua proveniente dagli antichi acquedotti. L’acqua formava delle cascate e favoriva la crescita di magnifici pioppi. Malgrado i mutamenti che la struttura teatrale aveva subito, l’insieme «di questo incantevole disordine» e la posizione elevata dello stesso rispetto ai quartieri della città e al porto, lo rendevano talmente pittoresco ed interessante che un pittore, scrive Denon, «non potrebbe mai sperare di riunire contemporaneamente tutto quello che la sola natura gli presenta in questo luogo».Sul paesaggio circostante il teatro, si impone ormai la parte terminale del Santuario della Madonna delle Lacrime progettato dagli architetti Michel Andrault e Pierre Parat e realizzato nella seconda metà del Novecento.
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