JEAN HOUEL







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Il santuario rupestre (Santoni) della dea Cibele

Il santuario rupestre di Palazzolo Acreide, comunemente noto con il toponimo di San-toni e da Luigi Bernabò Brea detto di Ci-bele, fu dapprima menzionato da Ignazio Paternò, principe di Biscari, nel suo Viag-gio per tutte le antichità della Sicilia edito nel 1781. ma il pittore ed architetto Jean Houel, nel 1777, aveva già visitato i luoghi dell’antica Akrai e disegnato la dea frigia e le altre figure scolpite nella roccia. Tali dise-gni, tradotti in incisioni, saranno pubblica-ti dall’artista francese nel III volume (1785) del suo Voyage pittoresque des isles de Sici-le, de Malte et de Lipari, edito a Parigi, in quattro tomi, tra il 1782-1787. Le tre tavole realizzate da Houel costituiranno, pertan-to, la prima testimonianza grafica dell’inte-ressante manufatto artistico che, comples-sivamente, si compone di dodici rilievi. In seguito sarà Domenico Lo Faso Pietrasan-ta, duca di Serradifalco, collaborato grafica-mente da Saverio Cavallari, a proporre, in Le antichità della Sicilia edito nel 1840, una veduta d’insieme delle nicchie arcuate scol-pite nella pietra del colle ibleo denominato Orbo. L’antico monumento, da porsi intor-no al III secolo a. C., sarà studiato, nel No-vecento, da Bernabò Brea che in esso indi-vidua, come già indicato dal Conze, il culto della dea Cibele originatosi in Frigia e dif-fuso nel V a. C. in Attica e poi nel mon-do greco. I disegni che raffigurano l’inte-ressante complesso, dopo gli scavi effettua-ti da Bernabò Brea, furono eseguiti da Ro-sario Carta e Oreste Puzzo e pubblicati dal noto archeologo nel 1956.