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Jean Houel, Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malte et de Lipari, Où l’on traite des Antiquités qui s’y trouvent encore; des principaux Phénomènes que la Nature y offre; du Costume des Habitans, & de quelques Usages, Paris 1785, volume III

Tavola CXCVI
Bassorilievi antichi scolpiti nella roccia [Palazzolo Acreide], disegno e incisione all’acquatinta di J. Houel, cm 23,1x35,8
Dopo aver esaminato Siracusa in tutti i suoi aspetti, nel maggio del 1777 Houel si dirige verso Palazzolo, distante «ventiquattro miglia». Attraversa dapprima Floridia, il cui territorio trova ben coltivato e alberato, poi la cava di Bidinello e il bosco di Baulì. Giunto a Palazzolo riconosce, nella località chiamata Acremonte, la sede della prima colonia di Siracusa fondata nel 664-663 a.C.
In Akrai (il teatro sarà scoperto agli inizi del XIX sec. dal barone Gabriele Judica) Houel osserva diversi reperti. Nei dintorni, vicino alla sorgente Acqua Santa e sul fianco meridionale del Colle Orbo, visita le grandi sculture rupestri note con il nome di Santoni. I dodici grandi rilievi, databili intorno al III sec. d.C., sono distribuiti su due gradoni rocciosi, su un prospetto di oltre trenta metri. Ad essi l’artista dedica tre acquetinte. Tali incisioni costituiscono la prima testimonianza grafica del più vasto santuario rupestre dedicato in Sicilia al culto della Magna Mater. Di esso Bernabò Brea ha evidenziato il significato storico-religioso ponendolo in rapporto con i riti cultuali dedicati alla dea Cibele nei santuari rupestri dell’Anatolia. Nella prima tavola incisa da Houel sono raffigurate le due nicchie in cui la dea è mostrata seduta in trono, con lunghe trecce, il modio cilindrico in testa e figure ai lati. Le sculture sono protette da strutture lignee e da cancelli.