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Jean-Claude Richard de Saint-Non (a cura di), Voyage pittoresque ou description des Royaumes de Naples et de Sicile, Paris 1786, volume IV, seconda parte
Tavola 121 Scorcio dell’antico Teatro di Siracusa preso dai gradini dello stesso Teatro, incisione all’acquaforte, disegno di Claude-Louis Châtelet inciso da Jean-Baptiste Lienard, cm 16,5x24
Tavola 120 Veduta dei resti di qualche tomba antica a Siracusa, incisione all’acquaforte, disegno di Claude-Louis Châtelet inciso da Jacques Couqué, cm 16,5x24
Lo scrittore e gli artisti che lo accompagnano, uscendo dalle Catacombe di San Giovanni e risalendo verso nord, lungo la strada fiancheggiata da molti sepolcri, scorgono la cosiddetta Tomba di Archimede. Si soffermano ad osservarla e a disegnarla, come mostra la tavola 120, perché molto sorpresi di scoprire, direttamente intagliati nella bianca roccia, elementi decorativi e ornamentali dell’architettura, quali un frontone e due colonne di stile dorico. Trattasi comunque di un colombario di età romana con all’interno nicchie per le urne cinerarie. In quest’area, ricorda Denon, Cicerone scoprì la vera tomba di Archimede sulla quale erano un cilindro e una sfera. Continuando la passeggiata verso il colle Temenite i francesi attraversano nuovamente il teatro e notano, scolpita in un cuneo, un’epigrafe greca riportante il nome della regina Filistide. Il pittore Châtelet disegna l’insieme che sarà riprodotto nella tavola 121.
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