In Jean Houel l’esigenza di esplorare e documentare la Sicilia per realizzare un’opera a carattere odeporico, non è casuale. Nel ‘700, in Europa, emergono delle “curiosità” culturali che portano studiosi, diplomatici, artisti ed antiquari a visitare terre poco note per ricercare in esse le origini della natura e dell’arte. In particolare, nella seconda metà del XVIII sec., in pieno Illuminismo e in contrapposizione alla sontuosità espressa dallo stile barocco, si vogliono conoscere le vestigia dell’arte greco-romana. La Magna Grecia e soprattutto la Sicilia (Atene è prigioniera dei Turchi e in essa è troppo pericoloso viaggiare) diventano i luoghi del mito dove è anche possibile osservare piante rare o sconosciute quali l’albero della manna, il banano, la canna da zucchero, ma anche fenomeni naturali come i vulcani. Houel, pittore, architetto e incisore, il 16 marzo del 1776, ottenuta una borsa reale, parte da Parigi per raggiungere Marsiglia. Da qui si imbarca per Napoli e dalla capitale del Regno delle Due Sicilie perviene nel porto di Palermo il 14 maggio 1776. L’artista ha preventivato nell’isola un anno di soggiorno, ma gli sarà necessario un periodo di oltre tre anni per disegnare, dipingere e raccontare le antichità, i costumi e i diversi aspetti della natura. In Sicilia Houel terrà un Journal, ovvero un diario diviso in più quaderni al quale affidare le emozioni e nel contempo documentare gli itinerari compiuti e le persone incontrate. Servirà anche per tracciare veloci schizzi delle amate antichità e per redigere il testo dell’opera che pubblicherà. Dai “quaderni” si apprende inoltre che l’itinerario esposto nei quattro volumi sarà virtuale perché in realtà Houel visiterà alcune città più volte per osservare, durante l’anno, le festività o altri eventi. Il ritorno in Francia avverrà dal porto di Messina il 10 giugno del 1779. A Parigi l’artista salda il suo debito col re offrendo, in cambio dei 275 luigi d’oro ricevuti, quarantasei vedute eseguite a gouaches e oggi conservate al Louvre. Ma per pubblicare il suo lavoro ha bisogno di un ulteriore finanziamento e vende a Caterina II di Russia oltre cinquecento disegni e dipinti realizzati in Sicilia, parte dei quali si custodiscono all’Ermitage di San Pietroburgo.Lavorerà poi con ferrea disciplina per otto anni a incidere, con la tecnica dell’acquatinta, le 264 lastre di rame del Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malte et de Lipari, Où l’on traite des Antiquités qui s’y trouvent encore; des principaux Phénomènes que la Nature y offre; du Costume des Habitans, & de quelques Usages (Viaggio pittoresco delle isole di Sicilia, di Malta e di Lipari, dove si tratta delle Antichità che vi si trovano ancora; dei principali fenomeni che la Natura presenta; del costume dei suoi Abitanti; e di qualche usanza), edito a Parigi, in quattro volumi, tra il 1782-87.L’uso dell’acquatinta nei toni del seppia consentirà ad Houel di ottenere incisioni con effetti chiaroscurali più vicini alla sua sensibilità di pittore. Del Voyage, tra il 1797-1806 e in formato ridotto, sarà curata un edizione in lingua tedesca. L’opera di Houel, per il rigore scientifico con cui l’autore realizza piante, sezioni e proiezioni ortogonali degli antichi monumenti, e per le informazioni che offre sugli aspetti antropologici ed etnologici dell’isola, costituisce una preziosa ed ineguagliabile testimonianza della Sicilia del Settecento. Le incisioni riguardanti Siracusa e Ragusa attraverso gli Iblei sono inserite nei volumi III e nel IV editi nel 1785 e nel 1787. |