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Jean-ClaudeRichard de Saint-Non (a cura di), Voyage pittoresque ou description des Royaumes de Naples et de Sicile, Paris 1786, volume IV, seconda parte
Tavola 140 Monete relative alla storia di Sicilia dopo la presa di Siracusa da parte dei Romani, composizione di Pierre-Adrien Pâris incisa da Pierre-Gabriel Berthault, cm 33,6x23,8 Le monete riprodotte sono in massima parte denari romani di età repubblicana che nulla hanno più in comune con le emissioni delle zecche siceliote, sia per quanto riguarda il sistema ponderale, basato sulla libbra e le sue frazioni, che per la resa stilistica dei conii. Il legame con la Sicilia è dato dalla rappresentazione della triskeles che compare sia come tipo principale, sia come simbolo accessorio, o dalla leggenda, ben rappresentata nei grossi nominali in bronzo o in oricalco di età imperiale battuti sotto Adriano (nn. 15,16,17) e Antonino Pio (n. 18). In questo contesto fuori posto è la moneta n. 3, un tetradramma in argento che presenta al diritto una testa femminile velata e al rovescio la quadriga al galoppo. Le analogie tipologiche e metrologiche, oltre a considerazioni storiche, hanno indotto gli studiosi a ritenere che questo nominale sia stato battuto sotto il regno di Ierone II, anche se la questione è ancora dibattuta. La leggenda ΣIKEΛIΩTAN è stata interpretata come espressione di una federazione di città sicule collegate a Siracusa. Argento - Denario. Zecca di Apollonia (Asia), 49 a.C.
Diritto: Triskeles con testa di Medusa al centro e spighe di grano fra le gambe; contorno perlinato. Rovescio: Giove stante, con fulmine nella destra ed aquila nella sinistra, nel campo a sinistra LENT MAR, a destra COS; contorno perlinato.
Inv. 21075. Palermo, Museo Archeologico Regionale “A. Salinas” – Gabinetto di Numismatica. Su concessione dell’Assessorato dei Beni Culturali e Ambientali e dell’E.P. della Regione Siciliana - Palermo
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